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SIDEREA – Luca Maria Baldini, Igor Imhoff, Musica Nova │ SEQUENZE e FREQUENZE

SeF_Siderea

Siderea è una performance immersiva e interattiva che intreccia in modo organico arte visiva, suono e intelligenza artificiale generativa. Un’opera viva, mutevole, in cui la tecnologia non è solo uno strumento, ma parte integrante della drammaturgia. Le immagini non sono preparate in anticipo, ma generate in tempo reale da un sistema AI che reagisce agli input dei performer, dei musicisti e persino del pubblico.
Durante la performance, Igor Imhoff agisce come performer visivo, manipolando prompt testuali ed effetti digitali dal vivo. Parallelamente, Luca Maria Baldini e il quartetto Musica Nova costruiscono paesaggi sonori che si intrecciano con la parte visiva in un continuo scambio tra audio e immagine. Un sistema di telecamere (infrarossi e wireless) registra presenze, movimenti e volti, integrandoli nel flusso creativo.
Siderea si costruisce come un viaggio, ma non è un viaggio lineare. È piuttosto un attraversamento fluido, sensoriale, che parte da un gesto antichissimo: alzare lo sguardo verso il cielo.
Lo spettacolo si apre con l’osservazione del cosmo dalla Terra. I primi segni delle civiltà antiche, le mappe astrali, le grotte in cui si tracciavano costellazioni: sono immagini e memorie che riaffiorano come eco del nostro bisogno primordiale di capire l’universo. La tecnologia moderna, con le sue sonde, i telescopi e le simulazioni digitali, amplifica quella meraviglia antica e ci spinge ancora più in là. Ma più ci allontaniamo, più ci accorgiamo che ci portiamo dietro le nostre stesse contraddizioni. Anche nello spazio, restano visibili i segni della nostra civiltà: i conflitti, le disuguaglianze, le logiche economiche distorte. Il viaggio allora si fa interiore. L’AI entra in scena come sguardo altro, capace di trasformare i corpi dei performer in entità ibride, distorte, quasi aliene. Ma questi alieni non vengono da altri mondi: sono specchi, riflessi digitali della nostra complessità umana.
Il pubblico non rimane esterno. Una telecamera mobile lo cattura, lo elabora, lo trasforma.  Anche gli spettatori diventano parte dell’opera, trasfigurati in tempo reale in nuove identità, rigenerati dall’AI come figure aliene. In questo gioco di specchi, l’altro diventa parte di sé, e viceversa.
Il viaggio si conclude con un ritorno. Ma non si torna al punto di partenza: si ritorna a una Terra cambiata, abitata da nuove prospettive. Il vero alieno non era altrove, ma qui, nel nostro sguardo, nella nostra capacità di vedere l’umano sotto nuove forme.
Siderea non dà risposte. Invita piuttosto a porsi nuove domande su identità, alterità, tecnologia e coesistenza.

  • Organizzato da: Istituto Italiano di Cultura