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STAGIONE MUSICALE 2020 I 250° anniversario della nascita di Ludwig van Beethoven (1770-1827) – Esecuzione integrale dei Quartetti per archi con il Quartetto di Cremona

Riprende l’esecuzione integrale dei Quartetti per archi di L. v. Beethoven in occasione del 250° anniversario della nascita del grande compositore con il secondo concerto del Quartetto di Cremona, eccellenza della grande tradizione musicale e italiana.

Il concerto viene realizzato nell’ambito del Festival Different Trains

Il Quartetto di Cremona è composto da:

Cristiano Gualco – violino Paolo Andreoli – violino Simone Gramaglia – viola Giovanni Scaglione – violoncello.

In programma:

Quartetto in Re maggiore op.18 n.3

(1798)

Allegro

Andante con moto

Allegro

Presto

Tra i quartetti che compongono la raccolta opera 18, questo è cronologicamente il primo composto. Pur fortemente improntato allo spirito settecentesco facente riferimento ai modelli di Haydn e Mozart, il quartetto non manca del carattere propriamente beethoveniano. L’Allegro iniziale si apre con un limpido e significativo intervallo di settima, affidato alla voce guida del primo violino, il quale da lì espande il proprio canto su un tessuto limpido e luminoso. La semplicità dell’apertura sembra essere tesa al recupero di un ideale di puro, fluido e dinamico canto. Il movimento interamente ispirato da un senso di distensione si sviluppa su un modello tradizionalmente classico, tuttavia il trascolorare armonico che subiscono i diversi temi, dona imprevedibilità e ricche sfumature al discorso musicale.

Con l’Andante con moto seguente Beethoven rivela l’approccio sofisticato e sperimentale dedicato al genere del quartetto. Calato in un’atmosfera riflessiva, pacata e intimistica, l’Andante diviene un laboratorio in cui studiare le possibilità espressive di una scrittura paritaria tra tutti gli strumenti. Questi giocano con rimandi interni, imitazioni, inversioni a specchio, peregrinazioni armoniche e tessono un lirico e prezioso contrappunto.

L’Allegro successivo ha struttura di Minuetto e Trio e risponde stilisticamente ad un modello di stampo mozartiano. La prima sezione dal carattere danzante e gioioso, viene talvolta interrotta da impreviste sospensioni armoniche. In contrasto per modo e carattere troviamo l’ombrosa e sfuggente sezione di Trio, la cui serietà è presto cancellata dai pizzicati della viola e del violoncello che conducono alla ripresa alla fiabesca prima parte.

Il Presto chiude il quartetto sui toni vivi di una prorompente e inarrestabile danza, sul modello di un saltarello o di una tarantella. La frenesia ritmico-sonora si sviluppa con originali soluzioni strumentali, inseguimenti, improvvisi scarti dinamici, impreviste interruzioni e contrasti che vanno con sorpresa spegnendosi in una chiusa che scivola gradualmente dal pianissimo fino al silenzio.

Quartetto in Mi bemolle maggiore op.74 “Quartetto delle Arpe”

(1809)

Poco adagio – Allegro

Adagio ma non troppo

Presto- Più presto, quasi prestissimo

Allegretto con variazioni

Il Quartetto op.74 per quanto composizione isolata dalla precedente raccolta op.59 e la successiva op.95, rientra coerentemente nella fase creativa mediana e risponde al bisogno di un ritorno alle regole classiche e ai tradizionali equilibri formali. Si tratta di un’opera di consolidamento, di carattere non problematico, disteso e lucido, i cui quattro movimenti presentano dimensioni proporzionate e una scrittura posata.

La composizione si apre con un Poco adagio incerto e interrogativo, che si sviluppa sottovoce e pensieroso ma non in modo drammatico, andando infine a trovare le risposte ai propri interrogativi in modo naturale e lineare nell’Allegro successivo. Qui la cantabilità è ampia e distesa, dal profilo elegante e ben definito. La tensione emotiva e l’aspetto lirico trovano sfogo nell’eroico passo che chiude il movimento. I pizzicati leggeri e giocosi uniti al moto in arpeggio che caratterizza il movimento, sono gli elementi che hanno valso il nome spurio di “Quartetto delle Arpe”.

L’Adagio ma non troppo in forma di rondò, presenta variazioni e sezioni che non nascono per opposizione, ma scivolano naturalmente l’una nell’altra. Il tema principale è cantato per la prima volta in mezza voce dal primo violino in registro acuto. Il suo andamento cullante e il suo fluire rallentato contribuiscono a creare uno stato quasi d’estasi. La melodia, magica e misteriosa, viene poi sviluppata in variazioni dominate da grande serenità, espressione in tono consolatorio, sonorità ovattate, tinte morbide, luminose, cantabilità libera e fluida.

In energico e significativo contrasto con la tonalità serafica dell’Adagio troviamo il frenetico Presto. La tonalità di Do minore e il carattere irruento e incisivo di questo movimento non possono che ricordare l’incipit della celebre Quinta Sinfonia op.67, eseguita infatti l’anno appena precedente al quartetto. La sezione di Più presto, quasi prestissimo, con funzione di Trio, con uno slancio gioioso e vivace alimentato dal modo maggiore, costruisce una rete di imitazioni e instancabili inseguimenti.

Segue senza interruzione un Allegretto con variazioni, che distende l’accumulo di tensione drammatica con un tono lieve e gentile. Il tema principale ha natura semplice, quasi goffa nelle insistenti ripetizioni del suo piccolo nucleo ritmico. Questo resta sempre riconoscibile e viene elaborato in sei variazioni che alternano simmetricamente sonorità delicate e dolci ad altre più decise ed energiche. Nonostante ciò non viene mai adombrato l’unitario carattere di elegante e luminosa serenità.

  • Organizzato da: IIC di Tirana
  • In collaborazione con: Different Trains Festival